Era da tanto tempo che aspettavamo e pensavamo alla gita in Valcamonica; il ventisette ottobre siamo finalmente partiti! Il viaggio , con una partenza piena di imprevisti, è stato piuttosto lungo e noioso; fuori dai finestrini del pullman però osservavamo i cambiamenti dei paesaggi: la pianura con strade, traffico ,fabbriche e palazzi, le prime colline , un lago , i boschi ed infine, la valle dei Camuni.
Arrivati a Capo di Ponte siamo scesi dal pullman e ci aspettava una bella giornata di sole tra le colline e le montagne; c’erano tanti alberi e l’aria era calda ma pulita. Dopo una veloce merenda ci siamo messi in marcia con le guide su un ripido sentiero verso il Parco delle Incisioni Rupestri di Naquane; il parco era su una collina fra gli alberi e ovunque c’erano rocce di grandi dimensioni levigate dal tempo, dai ghiacciai e dall’acqua.
La nostra guida ci ha portato a vedere tre delle cento e più rocce presenti nel parco; sulle rocce c’erano incisioni raffiguranti aspetti della vita dei Camuni, i loro animali, i loro guerrieri armati con scudi, lance, spade, le loro case. Le incisioni del labirinto e delle impronte dei piedi di ragazzi sono quelle che ci hanno più incuriosito: simboleggiavano il superamento di prove di coraggio. Non deve essere stato per niente facile incidere sulla pietra!
Camminando fra le rocce e su camminamenti di legno abbiamo anche visto l’incisione di un carro con ruote con i raggi…una rarità per quei tempi! Il parco al tempo dei Camuni era un luogo sacro, lì facevano riti e feste religiose con i loro sciamani; sulle rocce erano raffigurati infatti anche uomini e donne oranti.
Dal parco si vedevano due montagne sacre per i Camuni: la Conca Arena e il Pizzo Badile; il sole nasceva e cadeva dietro a queste montagne e in giorni particolari si dice che avvenisse un avvenimento magico: appariva un’ aquila d’oro fra le guglie della Conca Arena. Dopo aver visitato il parco siamo scesi di nuovo per il sentiero per andare a pranzare, giocare e fare qualche piccolo acquisto.
Nel pomeriggio siamo tornati sulla collina, questa volta per fare i laboratori preistorici. Nel primo laboratorio abbiamo fatto il frottage delle incisioni dei Camuni strofinando i pastelli a cera su un foglio appoggiato a delle pietre . Nel secondo laboratorio sembrava di entrare in un’antica fucina : in mezzo c’era un focolare circondato da pietre su cui era appoggiato un crogiolo.
Una guida faceva il fabbro e con un mantice attizzava il fuoco, aggiungeva il carbone e intanto ci spiegava come i Camuni hanno scoperto come si fondevano i metalli. Dal focolare si alzavano scintille rosse che danzavano nell’aria che sapeva di bruciato.
Il primo metallo che i Camuni hanno fuso è stato lo stagno, poi il bronzo e per ultimo il ferro, che richiedeva per fondere temperature più alte. Il “fabbro” ha anche fatto un pugnale mettendo lo stagno fuso in uno stampo di pietra e poi facendolo raffreddare. Dopo questo laboratorio ne abbiamo fatto un altro dove abbiamo levigato pietre, schiacciato semi, preparato colori naturali, provato a tessere e cercato di accendere un fuoco con archetti e pietre focaie…..siamo riusciti a fare tante scintille! Finita l’esperienza dei laboratori l’aria si era fatta fresca, era tardo pomeriggio e siamo scesi verso il pullman…era ora di tornare.
E’ stata una giornata emozionante, interessante, ci siamo divertiti insieme e abbiamo scoperto che vivere come un camuno non è così semplice.